La definizione di Pop Art (abbreviazione di “popular art”) nasce negli anni Cinquanta in Gran Bretagna, in seguito all’attenzione che diversi studiosi e artisti (il principale è Richard Hamilton, con Hockney, Black, Tilson, Kitaj) dedicarono ai linguaggi della comunicazione visiva nella società di massa e nella civiltà delle merci. Ma è sul principio degli anni Sessanta che il movimento assume notorietà internazionale grazie ad un gruppo di artisti americani. Essi assumono a base delle loro opere gli oggetti di consumo e le immagini moltiplicate e stereotipate dei massmedia, della pubblicità, dei fumetti. Fra loro, il più famoso è Andy Warhol, che riprese con procedure fra l’impassibilità e l’ossessione seriale, foto di eventi e personaggi della cronaca o marchi commerciali, come la cocacola. Liechtenstein, Oldenburg, Rosenquist, Wesselmann, Segal, Indiana sono altri protagonisti di un fenomeno complesso che segna un’inversione di tendenza nell’arte del secondo Novecento: una figurazione che ricalca – con diverse modalità critiche e inventive – il flusso freddo dell’ immaginario nella società urbana, tecnologica, massificata. Vi concorrono peraltro artisti che muovono da diverse premesse, ironiche ed emozionali (il “new dada”), come il grande Rauschenberg, Johns e Dine.
la bellezza delle cose altrui
Odio il modo in cui mi parli e il modo in cui ti tagli i capelli…Odio il modo in cui guidi la mia macchina,odio quando mi fissi…Odio i tuoi stupidi stivali anfibi e il modo in cui mi leggi nella mente…Ti odio così tanto che mi fa stare male e mi fa perfino scrivere poesie…Ti odio…Odio quando hai sempre ragione…Odio quando mi menti…Odio quando mi fai ridere…Odio anche di più quando mi fai piangere…Odio quando tu non mi sei intorno, e il fatto che non mi abbia chiamato…Ma più di tutti odio il fatto che nn ti odio…Nemmeno quasi,nemmeno un pochino,nemmeno niente…
10 cose che odio di te