La Monroe è riprodotta con la tecnica serigrafica, che permetteva un salto ottico dal bianco e nero della fotografia a colorazioni intense ed esplosive; con questo metodo si fa molto più evidente il distacco dall’immagine originaria e i volti diventano rigidi e privi di qualsiasi individualità.
I ritratti di Marilyn sono dedicati a un’attrice scomparsa, e Warhol li inserì nel ciclo intitolato alla morte: una serie di opere su catastrofi, incidenti, avvelenamenti e sedia elettrica, che rappresentavano l’altra faccia dello stile di vita americano e del suo splendore consumistico. E’ come se il crescente desiderio di consumare della massa fosse solo una maschera per nascondere la consapevolezza e la paura dell’esistenza di qualcosa di irrevocabile, la morte; così solo l’immagine e l’apparenza esteriore sopravvivono, e il mondo interiore e soggettivo deve essere modellato in conformità alla realtà oggettiva.
Così il mito di Marilyn Monroe non sta nella sua bravura come attrice né nella sua prorompente sensualità ma, ancora una volta, nell’incalzante riproposizione della sua immagine da parte dei mezzi di comunicazione di massa. Warhol non si sottrae alla ferrea logica commerciale e lavora a decine di dipinti nei quali riproduce il volto sorridente dell’attrice mutandone semplicemente i colori.
l’incarnato del volto è violaceo e gli occhi sono fortemente bistrati di azzurro, lo stesso dello sfondo. In questo modo il personaggio di riferimento scompare e resta solo la sua immagine: una delle infinite possibili, in quanto nel dipinto successivo, cambiando i colori, anche l’immagine non sarà più la stessa. L’infinita ripetitività finisce per togliere espressività e se è vero che la conoscenza aiuta la comprensione, la troppa conoscenza quando diventa indigestione visiva, consuma impietosamente l’oggetto, rendendolo subito vecchio e richiedendone uno sempre nuovo, pronto per sostituirlo.
la bellezza delle cose altrui
La vita è sostanzialmente incoerente e la prevedibilità dei fatti una illusoria consolazione.
Alessandro Baricco, Castelli di Rabbia
Erotic pop art di Julian Murphy
“l’ossessione corrente della società con le marche di consumismo e del sesso rendono l’arte di Murphy una miscela interessante di questi 2 elementi . Una visione fresca ed altamente unica della società contemporanea!”
“La zona erogena più importante è la mente”. E’ la filosofia di Julian Murphy. Filosofia che traspare da ogni sua opera. “Le mie opere intendono stimolare i sensi e non gli organi genitali, come fa un certo genere di arte erotica”. Niente di più vero, come potrete constatare ammirando i lavori di questo geniale artista, che è riuscito (cosa rarissima) a inventare qualcosa di originale nel mondo artistico in cui tutto sembra deja-vu. .
Murphy, a differenza di altri artisti erotici, è riuscito ad imporsi oltre la nicchia di settore, invadendo un mercato più ampio. Certo, ormai soggetti ispirati al feticismo e al sadomasochismo hanno perduto quell’alone di pericolosità che li relegava, fino a pochi anni fa, in un contensto semiclandestino, e anzi hanno conquistato un posto di primo piano in molti campi, dall’arte alla pubblicità. Ma le opere di Murphy, che coniugano l’erotismo ‘perverso’ con la vita di tutti i giorni, sono la consacrazione di questo cambiamento.
NICOLE STEEN
icone glamour mescolate ad originali illustrazioni punk-gotiche
DESDEMONA E IL DEMONIO
Mi guardavi le scarpe
cercando di capire in che modo i miei tacchi potessero farmi più alta
Dove potevi arrivare
senza alzarmi in braccio o tenermi sulla finestra,
certo la tua altezza ti impediva di fare ciò che volevi di me
senza quei tacchi rossi,
cercavi la posizione giusta senza rifletterci più di tanto
ma tu mi volevi li
così semplicemente nuda,
vestita solo dei mie altissimi tacchi
affacciata alla finestra
in modo che tutti potessero vedere la mia faccia…
all’acme del piacere
e capire quello che tu mi stavi facendo senza farti vedere
guardare quelle labbra che mordevo eccitata
e le unghie lunghissime laccate sempre di rosso
che graffiavano sulla superfice della finestra
su un corpo bianco latte
mentre tu eri nascosto dietro di me
coperto dalla tenda
e il tuo corpo che mi lanciava
pressioni possenti e laceranti senza mai fermarsi
era così che mi sentivo una bambola esposta in vetrina agli occhi di un pubblico incuriosito ed eccitato,
ed era così che tu volevi farmi sentire un oggetto esposto al giudizio degli altri
perchè tu così mi amavi e dio solo sa quanto fosse vero
quell’amore perverso!!!
E’ te che adoro
Sarai sempre la mia puttana
Sarai la madre di mio figlio
E una figlia per il mio cuore
Ragazza adorabile, sei la bellezza nel mio mondo
Senza te non ci rimangono ragioni da cercare
E tirerò i tuoi denti storti
Sarai perfetta proprio come me
Sarai un’amante nel mio letto
E una pistola puntata alla mia testa
Non dobbiamo mai stare separati
Non dobbiamo mai stare separati
ava adore – smashing pampkins
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