Robert Mapplethorpe era ed è uno dei fotografi più estremi e al tempo stesso raffinati mai apparsi sulla scena della fotografia mondiale. I suoi celebri nudi sono talmente eccessivi da scandalizzare ma al tempo stesso sviluppano in chi li guarda, una volta dissolta la morbosità dei primi attimi, ammirazione per un ideale di bellezza dal sapore classico e stupore per una b/n morbido e perfetto.
“Quello che mi interessa nel lavoro sulle immagini pornografiche è che si tratta di un campo che in realtà non ha affrontato nessuno: sessualità esplicita vista con l’occhio dell’arte”
gocce scritte pensando ai fatti miei
Nella mia casa non manca nulla; ho una borsa piena di sogni ancora da realizzare, un telefono per poter parlare con il miei angeli ribelli e qualche volta con i miei demoni storditi,
dell’ottimo cibo da sbranare, delle scarpe piene di fango fuori la porta per ricordare che il mio cammino non è mai terminato, uno scaffale di trucco per rendere il mio viso ogni giorno irriconoscibile, un lavandino per poter lavare gli occhi quando diventano lucidi.
Possiedo tutto ciò che voglio, perché alla fine non debbo chiedere nulla a nessuno, ma non amo possedere un uomo; possesso è controllo, ispezione, osservazione di gesti comportamenti modi di fare e dire di una vita altrui, che alcune donne pensano poter gestire o tiranneggiare ciò pregiudicherebbe il senso pieno che ho io di LIBERTA’…io voglio le mie cose la mia vita lascio le cose e la vita di altri ad altri…guardando da non troppo vicino con freddo distacco.!!!!
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