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Chi sono?

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Simona.....niente e nessuno per molti, qualcuno per alcuni.

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videoarte, pittura, fotografia, scultura, arte digitale, disegno, musica, performance, installazioni, illustrazioni pubblicitarie, letteratura, citazioni c'è tutto ciò che conosco esprapolato da varie fonti ed rielaborato da me.

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il mio mito


La pop art è un modo di amare le cose.

Andy Warhol

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qui troverai anche piccole gocce di miei pensieri sparse qua e la tra i post
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gocce di pensieri by dimensionex

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(Henry Ford)


l'arte

meta suprema dell'arte è cogliere l'essenza dell'apparenza.

Morandotti Alessandro


(Erich Fromm)


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La pubblicità è la più grande forma d’arte del ventesimo secolo.

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il mio libro preferito: Lucia Etxebarria - noi che non siamo come le altre


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Disclaimer ©

questo blog si basa sull'illustrazione di opere d'arte per far conoscere la pop art e l'arte contemporanea a chi ne ignora l'esistenza, sottolineo che le immagini esposte sono dei loro ristettivi proprietari, in base alL'art. 90 della l. 633/41 in ogni mio post c'è sempre l'autore con nota biografica allegata, la riproduzione delle foto non si considera quindi abusiva però qualora la loro riproduzione non sia gradita dallo stesso autore provvederò a cancellarle.

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foto dautore

una Donna, un Uomo, un Androgino, un Dandy, un’Artista. Rosangela è Arte pura in tutte le sue espressioni, è una performer in tutti i suoi gesti, amante del bello, espressione del bello. Rosangela è Forma e Racconto, come le sue opere.

la bellezza delle cose altrui

Fra il dolore e il nulla io scelgo il dolore. E tu, cosa sceglieresti?
Il dolore è idiota, io scelgo il nulla. Non è meglio, ma il dolore è un compromesso. O tutto o niente……

Fino all’ultimo respiro – Jean-Luc Godard


S.B di dimensionex74

Szymon Brodziak

Szymon Brodziak è un giovane fotografo polacco sulla cresta dell’onda da circa due lustri. Le sue fotografie sono eroticamente forti, i soggetti e le ambientazioni controverse, talvolta contestabili, altre volte fortemente provocatorie. Ma è indiscutibile che le sue idee hanno fatto breccia, soprattutto tra le più recenti linee di pensiero nel marketing aziendale più agguerrito. Le sue sessioni vedono soggetti, oggetti, ambientazioni tutte perfettamente miscelate, quasi da non riuscire a distinguere l’anima delle modelle (eroticamente nude) dal resto.

Corpi femminili che diventano statue, oggetti, pur mantenendo la loro essenza seducente; elementi plastici che comunicano sensazioni e idee.

Szymon Brodziak ha intrapreso – riuscendoci – il difficile compito della fotografia di saper collegare la bellezza del corpo con gli oggetti in una miscela artistica quasi senza precedenti. Szymon è stato in grado di evidenziare lo stile degli interni e di esprimere il loro carattere individuale miscelando elegantemente la natura in un corpo di una donna.

Le sue produzioni fotografiche – di conseguenza – sanno unire mirabilmente due estremi in un unico elemento espressivo: il prodotto e il corpo nudo di una donna come simbolo di perfezione.

Szymon Brodziak ha realizzato un’enorme quantità di immagini che abbiamo ammirato su riviste glam e di moda, campagne pubblicitarie e calendari aziendali. Ma ha anche lavorato per Playboy.

gocce scritte pensando ai fatti miei

…..”Emancipation of Minni” by Szymon Brodziak…….

esploravi minuziosamente il mio corpo in cerca di un riflesso di te stesso lo facevi tempi addietro lo fai ora………..riesco a vedere sul tuo viso che quella ricerca non è mai stata vana, e ti guardo e trovo delle inconsuete somiglianze…..non sei solo un’altra vittima sei un qualcosa che gli somiglia, ma non sei lui nessuno può essere ”LUI” non sai essere meschinamente distruttivo e ti chiederò solo di proteggermi da quell`ombra non piu` tanto nitida che mi giace morente affianco, nulla più!!!

Si segnalò per la prima volta all’attenzione pubblica con la rivista queercore (cioè queer d’ispirazione punk) J.D.s, assieme a G.B. Jones.

Scrive e fotografa per una serie di riviste (fra cui Nerve.com e la Black Book Magazine), dopo aver girato un certo numero di film assai controversi, che mescolavano le tecniche e il linguaggio artistico del cinema indipendente con la pornografia gay.

Ha scritto anche per la rivista musicale canadese Exclaim! e per Eye Weekly di Toronto, ed è stato per molti anni redattore e fotografo per la rivista Index.

Otto; or Up with Dead People (2008) regia di Bruce LaBruce

Particolarità del film è Otto, un non-morto, che redivivo si incammina verso Berlino in cerca di ‘vita’. Ed è qui che arriva la sua grande occasione: definire la non-vita, in una produzione indipendente di una regista tedesca, per ottimizzare il suo porno film sugli zombie. In mezzo ai numerosi siparietti divertenti che condiscono il film, merito anche di un gruppo di attori esordienti in gran forma, Otto si ritrova catapultato in scenari in cui la realtà e la fantasia si fondono, permettendogli di ricordare tracce di vita passata: il suo ragazzo, i genitori, il suo essere vegetariano e i suoi problemi psicologici legati ai dolori dell’anima.

In un’atmosfera underground, fitta di misteri e decadimento, la non-vita appare semplice: è il mangiare i più deboli, il continuo ciclo della catena alimentare, in cui il forte si rivale sul più debole. Essenzialmente una metafora dell’uso, dell’abuso e del consumismo nel mondo, che LaBruce ha voluto analizzare, in cui persino un non-morto, il famelico zombie, è percepito come una possibile minaccia, un pericolo per la voglia di affermare la sua esistenza in una non-vita. Segno che anche stavolta lo scopo di LaBruce, ovvero provocare per far discutere, è riuscito. Il genio ha colpito ancora! Passato al Tek Festival.

OTTO è anche il protagonista del video dei crystal castles

Bruce LaBruce

e se permettete questo post lo dedico a me stessa

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