Joanna Gorlach
Nata nel 1983 a Cracovia; una fotografa molto giovane che ama giocare con i colori dotata di una forte dose di umorismo che nasconde dietro di sé un sarcasmo amaro e talvolta tagliente.
gocce scritte per le mie donnex
e ti hanno intrappolato
dietro a quel vetro,
da li non potrai far più danni, mi hanno detto.
e mi piace guardarti quando dormi
sei così dolce rannicchiato su te stesso,
non sembri diabolico
o
quando mangi
o
quando ti tocchi pensandomi………
ti guardo……forse ti immagino……..solo questo mi è consentito fare!!!
oltre il pensiero anche tu riesci a guardare me
a volte mi tendi la mano, io l’appoggio al vetro e sento una sensazione di calore
sei in un’altra dimensione quasi disumana, per il mondo intero, ma non per me.
è come averti qua quando poggi le labbra sul vetro
il fiato si espande ed è come sentire un soffio sulle guance
Per molti la vita è aria
per te è buio
è una scatola
dove
ci sei tu
con il mio amore
ed aspetti perchè solo questo ti è consentito fare.
di lui le restano delle foto il suo sorriso diabolico ma per il suo corpo il suo seme e il suo sangue per lei ci sarà per sempre quel maledettissimo divieto d’accesso.
La definizione di Pop Art (abbreviazione di “popular art”) nasce negli anni Cinquanta in Gran Bretagna, in seguito all’attenzione che diversi studiosi e artisti (il principale è Richard Hamilton, con Hockney, Black, Tilson, Kitaj) dedicarono ai linguaggi della comunicazione visiva nella società di massa e nella civiltà delle merci. Ma è sul principio degli anni Sessanta che il movimento assume notorietà internazionale grazie ad un gruppo di artisti americani. Essi assumono a base delle loro opere gli oggetti di consumo e le immagini moltiplicate e stereotipate dei massmedia, della pubblicità, dei fumetti. Fra loro, il più famoso è Andy Warhol, che riprese con procedure fra l’impassibilità e l’ossessione seriale, foto di eventi e personaggi della cronaca o marchi commerciali, come la cocacola. Liechtenstein, Oldenburg, Rosenquist, Wesselmann, Segal, Indiana sono altri protagonisti di un fenomeno complesso che segna un’inversione di tendenza nell’arte del secondo Novecento: una figurazione che ricalca – con diverse modalità critiche e inventive – il flusso freddo dell’ immaginario nella società urbana, tecnologica, massificata. Vi concorrono peraltro artisti che muovono da diverse premesse, ironiche ed emozionali (il “new dada”), come il grande Rauschenberg, Johns e Dine.
la bellezza delle cose altrui
Odio il modo in cui mi parli e il modo in cui ti tagli i capelli…Odio il modo in cui guidi la mia macchina,odio quando mi fissi…Odio i tuoi stupidi stivali anfibi e il modo in cui mi leggi nella mente…Ti odio così tanto che mi fa stare male e mi fa perfino scrivere poesie…Ti odio…Odio quando hai sempre ragione…Odio quando mi menti…Odio quando mi fai ridere…Odio anche di più quando mi fai piangere…Odio quando tu non mi sei intorno, e il fatto che non mi abbia chiamato…Ma più di tutti odio il fatto che nn ti odio…Nemmeno quasi,nemmeno un pochino,nemmeno niente…
10 cose che odio di te
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