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Simona.....niente e nessuno per molti, qualcuno per alcuni.

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videoarte, pittura, fotografia, scultura, arte digitale, disegno, musica, performance, installazioni, illustrazioni pubblicitarie, letteratura, citazioni c'è tutto ciò che conosco esprapolato da varie fonti ed rielaborato da me.

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La pop art è un modo di amare le cose.

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qui troverai anche piccole gocce di miei pensieri sparse qua e la tra i post
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Disclaimer ©

questo blog si basa sull'illustrazione di opere d'arte per far conoscere la pop art e l'arte contemporanea a chi ne ignora l'esistenza, sottolineo che le immagini esposte sono dei loro ristettivi proprietari, in base alL'art. 90 della l. 633/41 in ogni mio post c'è sempre l'autore con nota biografica allegata, la riproduzione delle foto non si considera quindi abusiva però qualora la loro riproduzione non sia gradita dallo stesso autore provvederò a cancellarle.

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Si segnalò per la prima volta all’attenzione pubblica con la rivista queercore (cioè queer d’ispirazione punk) J.D.s, assieme a G.B. Jones.

Scrive e fotografa per una serie di riviste (fra cui Nerve.com e la Black Book Magazine), dopo aver girato un certo numero di film assai controversi, che mescolavano le tecniche e il linguaggio artistico del cinema indipendente con la pornografia gay.

Ha scritto anche per la rivista musicale canadese Exclaim! e per Eye Weekly di Toronto, ed è stato per molti anni redattore e fotografo per la rivista Index.

Otto; or Up with Dead People (2008) regia di Bruce LaBruce

Particolarità del film è Otto, un non-morto, che redivivo si incammina verso Berlino in cerca di ‘vita’. Ed è qui che arriva la sua grande occasione: definire la non-vita, in una produzione indipendente di una regista tedesca, per ottimizzare il suo porno film sugli zombie. In mezzo ai numerosi siparietti divertenti che condiscono il film, merito anche di un gruppo di attori esordienti in gran forma, Otto si ritrova catapultato in scenari in cui la realtà e la fantasia si fondono, permettendogli di ricordare tracce di vita passata: il suo ragazzo, i genitori, il suo essere vegetariano e i suoi problemi psicologici legati ai dolori dell’anima.

In un’atmosfera underground, fitta di misteri e decadimento, la non-vita appare semplice: è il mangiare i più deboli, il continuo ciclo della catena alimentare, in cui il forte si rivale sul più debole. Essenzialmente una metafora dell’uso, dell’abuso e del consumismo nel mondo, che LaBruce ha voluto analizzare, in cui persino un non-morto, il famelico zombie, è percepito come una possibile minaccia, un pericolo per la voglia di affermare la sua esistenza in una non-vita. Segno che anche stavolta lo scopo di LaBruce, ovvero provocare per far discutere, è riuscito. Il genio ha colpito ancora! Passato al Tek Festival.

OTTO è anche il protagonista del video dei crystal castles

Bruce LaBruce

e se permettete questo post lo dedico a me stessa

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5 risposte a Bruce LaBruce

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